La maggior parte delle attività che si svolgono nella vita moderna comporta la produzione di una certa quantità di rifiuti, che devono essere smaltiti in maniera corretta, per evitare di impattare in maniera devastante sull’ambiente.
Tra queste attività c’è naturalmente, anche quella edilizia, che produce rifiuti speciali e non comuni rifiuti urbani.
Non è raro, però, vedere le macerie abbandonate in maniera abusiva su suoli pubblici e privati o nei cassonetti, in maniera da deturpare ed inquinare l’ambiente.
La maggior parte dei rifiuti prodotti da lavori edili è costituita da materiali inerti, come calcinacci di intonaco, laterizi , cemento armato e non, derivanti da attività di demolizione e costruzione.
Le terre e rocce da scavo, invece, in base alla legge n. 2 del 2009, non sono considerate rifiuto e, pertanto, a meno che non siano contaminate, devono essere reimpiegate nel cantiere di produzione, ad esempio per rinterri o riempimenti.
Per poterle riutilizzare, invece, in siti diversi da quelli di produzione, è necessario inoltrare una specifica domanda al Comune.
Per dimostrare che terre e rocce da scavo non siano inquinate è necessario sottoporle ad apposite analisi chimiche.
Anche nel campo dell’ edilizia, quindi, lo smaltimento delle macerie deve essere effettuato seguendo le indicazioni delle normative vigenti.
Lo smaltimento scorretto dei rifiuti edili è infatti un reato che può essere sanzionato penalmente e che, nella migliore delle ipotesi, può costare multe salate.